Immagine realizzata da Patrizia Montagner

Nei primi mesi del 2016 all'interno della Società Psicoanalitica Italiana ci si comincia ad interrogare sulla possibilità di attivare forme di aiuto clinico, di formazione e di elaborazione psicoanalitica riguardo all'emergenza europea dei Rifugiati, Profughi, Esiliati, che si va ampliando e aggravando.

Per questo motivo, dopo aver aderito alla costituzione di un Gruppo Europeo di lavoro, all'interno della FEP (Federazione Europea di Psicoanalisi), grazie al contributo di Anna Ferruta, psicoanalista del centro di Milano, la SPI dà l'avvio alla nascita del gruppo nazionale PER (Psicoanalisti Europei per i Rifugiati), che vorrebbe contrastare quella zona grigia dell'indifferenza di cui parlava Primo Levi ne 'I sommersi e i salvati', favorendo una coscienza condivisa.

Se risulta sempre più evidente che nella stanza di analisi la comunicazione tra inconsci di analista e paziente sia un luogo nel quale si può cogliere e registrare una risonanza delle sofferenze sociali, che sono parte essenziale dell'apparato psichico gruppale di ogni soggetto, è altrettanto riconoscibile che gli eventi che si manifestano come “emergenze” costituiscono spesso un fenomeno che vede affiorare alla superficie della coscienza situazioni di sofferenza e tragedie che sono state a lungo tenute nascoste, rimosse, scisse, negate. Per occuparsi di questa “emergenza”diventa necessario uscire dalla stanza d'analisi, per immaginare rappresentazioni ancora inedite, che il momento storico ci chiede di formulare sia come persone che come professionisti.

Partendo da questi presupposti, nel maggio 2016 a Roma avviene la prima convocazione nazionale di tutti coloro interessati, per conoscersi e studiare progetti possibili per il futuro.

In quella prima riunione si prende atto che alcuni colleghi lavorano con i Migranti nei servizi della Sanità Pubblica, altri sono stati coinvolti in iniziative specifiche per i Richiedenti Asilo nelle strutture di accoglienza del privato sociale e altri ancora, privi di esperienza, vogliono rendersi disponibili.

Si decide perciò di costituire nei diversi Centri Psicoanalitici dei piccoli gruppi di interesse e lavoro, in rete tra loro.

Si è inizialmente pensato di dare priorità ad un pensiero di gruppo sul lavoro con gli operatori che si occupano della cura dei Richiedenti Asilo, immaginando che esso permetta un uso più diretto delle competenze psicoanalitiche. Ma molti colleghi lavorano anche con i rifugiati delle Accoglienze cittadine.

Con l'insediamento del nuovo Esecutivo Nazionale, ai Coordinatori degli inizi del Gruppo, Maria Assunta Giannini e Fabio Castriota, è succeduta Virginia De Micco. Patrizia Montagner è il delegato dell'Esecutivo che manterrà il rapporto con il gruppo nazionale. Per quanto riguarda gli incarichi internazionali, Fabio Castriota è membro della Subcommittee dell'International Psychoanalitical Association (IPA) Migrants and Refugees mentre Laura Ravaioli è membro della Subcommittee per le Nazioni Unite dell'IPA, che riunisce colleghi psicoanalisti che si impegnano a portare attenzione al tema della salute mentale all'interno delle Nazioni Unite.

I diversi centri sono raggruppati in tre macro-aree, ciascuna delle quali ha un coordinatore: Area Nord-Ovest (Centri di Milano, Pavia, Torino e Genova), Area Nord-Est (Centri di Bologna, Adriatico, Veneto e Firenze), Area Centro-Sud (i due Centri di Roma, quello di Napoli, quelli di Palermo e di Messina).

Dopo l'avvio nazionale, a Bologna alcuni colleghi si sono riuniti per dare forma al gruppo PER del Centro Bolognese, che si pone in continuità, senza coincidere, con il gruppo Psicoemergenze del Centro stesso. Fino a pochi mesi fa dello stesso gruppo facevano parte anche i colleghi di Rimini e di Forlì. Dopo la nascita del Centro Adriatico di Psicoanalisi, si è formalmente costituito un altro gruppo in questo centro ma i due centri continuano a collaborare strettamente e a riunirsi periodicamente insieme.

Alcuni tra noi hanno fatto e stanno facendo esperienza di lavoro con i Rifugiati o/e con i loro operatori, altri non ancora. Il gruppo ha una cadenza bi/trimensile, ci si ritrova per riflettere sulle esperienze cliniche dei singoli ma ci si è anche proposti di indicarsi reciprocamente materiali di approfondimento teorico. Sono stati fatti incontri con il Gruppo del Centro Veneto, che rientra nella stessa zona di suddivisione nazionale.

Di seguito vi diamo un breve elenco delle attività del Centro di Bologna che sono state svolte e di quelle tuttora in atto.

Per quanto riguarda il lavoro nella Sanità Pubblica:

  • consulenze psichiatriche in ospedale ai migranti
  • partecipazione dal 2017 come medico specialista dell'Azienda ASL di Bologna all'interno di un bando FAMI (Fondo Asilo Migrazione e Integrazione) della Comunità Europea, nel Progetto Start-ER 1, poi proseguito in Start-ER 2 (Salute Tutela Accoglienza per Richiedenti e Titolari di protezione internazionale in Emilia Romagna). L'obbiettivo di questo progetto è riconoscere, nei beneficiari, richiedenti asilo o in possesso della protezione internazionale, il disagio psichico e affettivo nelle sue prime manifestazioni, raccogliendo le richieste di consultazione delle strutture di accoglienza del privato sociale. Vengono fatti interventi di psicoterapia o consulenza rivolte ai migranti e supervisioni alle equipe dell'accoglienza. Si lavora in stretta collaborazione con il Servizio ASP Protezioni Internazionali e con i CSM territoriali, nonché con il Reparto di Diagnosi e Cura dell'Ospedale cittadino e con i servizi della Neuropsichiatria territoriale per i Minori Non Accompagnati
  • partecipazione allo stesso progetto ma nell'AUSL di Ravenna come referente per i Minori

Per quanto riguarda la collaborazione con il Privato Sociale:

  • un gruppo di ascolto per Rifugiati che all’interno di una ONLUS bolognese svolgevano il ruolo di Peer Operator nell’accoglienza degli ospiti di una “mensa dei poveri”, in gran parte stranieri esclusi dai programmi di protezione. L’intervento delle colleghe si è svolto, in un assetto interno di ascolto psicoanalitico, attraverso incontri mensili di gruppo con i Peer Operator; tali incontri hanno avuto come obbiettivi quello di “dare asilo” ai contenuti da loro espressi sulla propria condizione personale e sulle difficoltà del compito svolto con gli altri migranti, osservando le dinamiche del gruppo
  • supervisioni mensili con gli operatori ( alcuni non italiani) di un'associazione di volontariato che ospita in cinque strutture migranti di diverse provenienze, aiuto gli operatori ad individuare un progetto di integrazione sociale e consulenze agli ospiti delle stesse strutture, che chiedono un sostegno diretto e a persone vittime di tortura
  • collaborazione con l'Associazione di Volontariato SOKOS, che a Bologna offre assistenza sanitaria gratuita a persone senza Permesso di Soggiorno
  • supervisioni mensili in una struttura di accoglienza per Minori Stranieri del Ceis nella città di Modena
  • un'attività peritale su un bambino non accompagnato fermato alla frontiera, colto privo di identità anagrafica ma ancora più di identità e coesione interna, a tal punto da rimuovere la lingua materna. L'uso della sensibilità psicoanalitica ha permesso al piccolo di avviare un processo di reintegrazione delle sue parti interne traumatizzate e di avvicinarsi al riconoscimento parentale
  • Questo è il progetto delle colleghe di Rimini e Forli, fino a pochi mesi fa appartenenti al gruppo del Centro Bolognese e da poco autonome all'interno del Centro Adriatico Psicoanalitico: “Il progetto “Adolescents and Migrants: poetry of resistance and play” a cura di Cinzia Carnevali, Gabriella Vandi e Laura Ravaioli ha vinto il primo premio dell’ IPA Community Award, assegnato dalla Education Committee che ha lodato l’originalità dell’impegno per raggiungere attraverso la psicoanalisi e la musica la generazione più vulnerabile, inaccessibile e bisognosa. Il progetto “Adolescenti e Migranti 2019/2020- Musica, Poesia di resistenza e Azione” è il più recente di tre interventi sviluppati nell’arco di tre anni nel territorio di Rimini che hanno costruito un’esperienza di integrazione ed arricchimento per adolescenti e richiedenti asilo attraverso laboratori di poesia, musica, e teatro. Ha avuto come missione l’incoraggiamento dell’integrazione tra i segmenti più giovani della popolazione così da ridurre il pregiudizio che rinforza l’ansia sociale. Nelle prime due edizioni è stato proposto il tema della Narrazione del viaggio, utilizzando come tramite laboratori di disegno, cortometraggi, laboratori teatrali e spettacoli scenici. Nell'edizione 2019/2020 è stata utilizzata una delle forme artistiche di resistenza alla disgregazione del sistema sociale: il rap.” Le stesse colleghe hanno fatto anche gruppi di ascolto psicoanalitico con l'utilizzo dello Psicodramma Psicoanalitico per adolescenti migranti di una struttura di accoglienza e supervisioni ai loro operatori
  • Nella storia del gruppo c'è anche un'esperienza, dal 1994 al 2000, di supervisioni con colleghe di altre Società, richiesto da alcune psichiatre bosniache. Queste hanno lavorato soprattutto con le donne, ma non solo, nel periodo della guerra nei Balcani e negli anni successivi, trovandosi di fronte ai numerosi e terribili traumi di guerra, che le ha portate a chiedere l'aiuto delle colleghe italiane

Di seguito l'elenco delle persone appartenenti al gruppo PER del CPB:
Elena Arigoni, Giorgio Bambini, Maria Cristina Calzolari, Cinzia Carnevali, Maria Pina Colazzo, Susanna Donati, Chiara Ghetti, Simona Lucantoni, Manuela Martelli, Giorgio Mereu, Maria Moscara, Laura Ravaioli, Rosanna Rulli, Anna Maria Saccani, Ernestina Sgorbani, Francesca Solinas, Gabriella Vandi.

Per informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

We use cookies
Il nostro sito utilizza i cookie, ma solo cookie tecnici e di sessione che sono essenziali per il funzionamento del sito stesso. Non usiamo nessun cookie di profilazione.