Un libro visionario, una dichiarazione d’amore alla parola, alla sua capacità di creare scenari ed evocare emozioni, ricordi, sensazioni, alla sua possibilità di far venire ad essere aspetti profondi e ignoti dell’umano e poterli trasformare. Il gioco sorgivo dell’invenzione letteraria, l’importanza delle storie e dell’illusione per farci compagnia e aiutarci nelle difficoltà, per attenuare e rendere più accessibile il contatto con la realtà; una vicenda che è un continuo richiamo al lavoro analitico: qualcuno che arriva cercando risposte e viene aiutato a farsi domande, un pensare insieme che fa trovare qualcosa di sé e ispira un procedere più personale, un esercizio immaginifico fra continui continui slivellamenti temporali. A ricordarci che se le nostra immaginazione è viva allora in qualche modo sarà la sua capacità di creare connessioni, più che la nostra di creare divisioni, a dare energia a tutto quanto.
"Coda" di Ali Smith (Sur, 2023) - Recensione di Daniela Federici
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